MONUMENTI E SIMBOLI STORICI

Il borgo si snoda su un'unica via fiancheggiata dai portici da entrambi i lati, che presentano caratteristiche arcate e pilastri dalle forme più diverse. All'interno e parallelamente all'asse principale si snodano i caruggi con le loro forme artistiche e pittoresche.

Di lato alle porte di ingresso del borgo, spiccano le due torri. Di particolare rilievo artistico sono anche il ponte in stile romanico e l'adiacente Porta di Ponte di Neva, la Porta del Molino, l'elegante struttura del palazzo marchionale che racchiude al suo interno un notevole ciclo di affreschi e dove, nel 1459, avvenne l'incontro tra Giovanni di Calabria, rappresentante del Re di Francia e di Genova, e i Marchesi del Carretto, per siglare la pace tra Genova e i Del Carretto di Finale, la Parrocchiale intitolata a San Bartolomeo Apostolo ove è custodita una tela con Vergine e Santi di Orazio De Ferrari e la statua lignea del Patrono di Paolo Olivari, il campanile in stile romanico, l'Oratorio intitolato a Santa Maria Nascente, ove è custodito un Cristo ligneo del Quattrocento. Di notevole interesse sono anche i beudi, lunghi canali che servivano per alimentare frantoi e mulini e per portare l'acqua nel borgo, lo scalino del buon arrivo, raggiunto il quale i condannati potevano ottenere la grazia dai marchesi e la colonna nera in ardesia ove venivano legati e flagellati i condannati.
Poco fuori dal borgo in direzione sud, è possibile apprezzare gli affreschi tardomedioevali della cappella di Sant'Antonio. Di estremo interesse è anche la Via del Roso, dal nome di un podere appartenuto ai Del Carretto ancora nel XV secolo, che da Zuccarello conduce a Castelvecchio, la cui lunghezza è di circa 3 km. percorribili a piedi in 1 ora e 15', che norme severissime rendevano sempre agibile e sicura per viandanti, uomini a piedi e a cavallo. Chi arava i terreni, ad esempio, doveva rimanere 6 palmi distante dal suolo pubblico e se un muro a secco fosse franato, il proprietario delle fasce a monte era obbligato a ricostruirlo entro dieci giorni. Oggi il sentiero, che corre in dolce pendenza e può essere percorso agevolmente da persone di ogni età, è stato rivalutato e intitolato a Ilaria Del Carretto. Percorrendolo da Zuccarello, si può ammirare inizialmente la cura che era riservata all'acciottolato in pietre di cava sbozzate e disposte ad arte per impedire ristagni d'acqua, che veniva poi raccolta nelle "bianere" laterali, quindi le cortine di mura, ora in gran parte distrutte, che dal castello andavano ad abbracciare le due estremità del borgo sottostante. A metà della cortina posta a nord e meglio conservata, si possono ancora notare i resti di una torretta di avvistamento e un pilastro sottostante facente parte della cosiddetta Porta del Roncazzo. Si arriva quindi al castello, che era sicuramente già esistente prima della fondazione del borgo sottostante. La sua costruzione può essere datata fra il 1200 e il 1248. Solamente in origine il castello fù utilizzato come residenza marchionale, divenendo poi di uso quasi esclusivamente militare, in quanto, già nel XV secolo i Marchesi possedevano un palazzo nel borgo sottostante. Nei suggestivi resti del castello, oltre alle particolarità architettoniche, si può notare il torrione laterale che è la parte meglio conservata, dove si trovano tracce di pregevoli affreschi quattrocenteschi. Proseguendo nuovamente verso Castelvecchio, fra i castagni del "Manno", si incontrano i ruderi della Cappella di San Giacomo, già in rovina prima del 1732, quando venne sostituita dalla Cappella di San Giuseppe, eretta più avanti in prossimità di Castelvecchio. Osservando il panorama straordinario si arriva in quest'ultima località ove si scoprono nuovi e suggestivi scenari la cui storia è strettamente legata con quella di Zuccarello.


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